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La seduzione del Drago | Critica di Romina Guidelli

 

“CINA – 03 SETTEMBRE 2011.
– Il sesto giorno di viaggio i battelli scivolavano lungo il Fiume LI, sinuoso 
e limpido, le nebbie veloci si scioglievano dalle cime scoprendo torri di 
roccia e tutto si era fatto colore primordiale.
L’acqua era il fiume, l’aria era il vento caldo e la nebbia, la terra erano 
le gole ed i picchi di pietra, e… il fuoco? Il fuoco era dentro di Noi. Ecco 
LA SEDUZIONE DEL DRAGO si era compiuta: la CINA, bella come lacrime di gioia. – 
Gerardo Marazzi”

Questo racchiude tutto. La bellezza della natura è 
nella testa.

 

Questa la mail che mi arriva da Gerardo Marazzi, quando gli chiedo di iniziare a pensare al titolo della sua mostra.

Silenzio e immagini nella mia mente.

Sento quasi profumo di nebbia, polvere d’Oriente; la poesia dell’atto in cui l’aria abbraccia l’acqua e ne stabilisce il sapore, l’odore. Inizio a percepire bellezza, aspetto di vedere i quadri per cogliere il momento in cui l’arte regala eternità al corpo che ritrae. Attraverso le mani dell’artista, a Lei il compito di manifestare il potere degli elementi, renderlo sacro e regalarlo agli uomini come antidoto al male di vivere, che è umano, non terreno.

Quando la pittura dell’artista è davanti ai miei occhi, avviene la sublime apparizione della bellezza del Creato attraverso dipinti, come testimonianze incise.

La percezione avuta dalle sue parole, trova conferma. Evanescenza che è storia, tradizione, simbolo, alchimia, magia: Cina.

Pittura che diventa espressione del ricordo, foto emozionale non di quello che sembra, ma di quello che realmente è.  Non immagine posseduta dalla retina, ma manifestazione nello spirito.

Ancora una volta il lavoro di Marazzi è affidato al simbolo come contenitore di forma, generato dalla linea. L’opera d’arte soddisfa l’idea e nello stesso istante diventa emblema dell’oltre infinito della possibilità e dei significati. Il disegno è parte della pittura perché la genera, ma in ogni sua parte essa deve essere riflesso d’Infinito. Nei quadri di Marazzi vedo i soggetti che hanno dato input, la fascinazione subita e possibile all’anima quando essa incontra la terra dai mille simboli, riti e immagini. Tra quei colori percepiti come macchia nell’anima, tracce di Cina.

Marazzi ha visto e racconta la sua Cina.

Nei particolari dei paesaggi e degli scorci, la linea sgrana per far posto alla nebbia che sfuma e distorce, dove l’unico colore certo, oltre alle terre, ai blu oltremare e oltre cielo, al bianco dorato, ai verdi intensi e ai giallo ocre, è il rosso: tradizione e la forza.  Terra, acqua, fuoco, aria sfaldano la pittura e diventano materia costruita da ombra e luce. Taglio netto, fessura, scorcio, immaginazione, rivelazione celata e difesa in quelle immagini nitide solo a momenti. Gerardo mi racconta di qui paesaggi che si concedono sgombri dall’aria esclusivamente in poche ore di ogni singolo giorno: come un miracolo, come qualcosa protetto dagli elementi che esso stesso ha generato.

Questo nella sua pittura, diventa descrizione di attimo esatto: subito prima, immediatamente dopo; nel mezzo, magia indicibile, indescrivibile, tormento e ricerca dell’artista che descrive, suscita, tramanda.

Quando calerà la nebbia sul fiume Lì, Egli sarà nudo, nitido. Poche ore di perfezione prima che bellezza ne ricopra il moto e la forma come gelosa amante. Perché non sia regalo, ma dono per pazienti osservatori. Disciplina.

L’arte di Marazzi è ricerca sul potere degli elementi, unici Maestri ammessi, principio e fondamento nella cultura della terra che lo accoglie. Maestri dal carattere incerto, mutevole, mai prevedibile. Indisciplinata bellezza nel silenzio dell’ordine apparente, dove ogni istante è musica, dove il tempo eterno muore nella descrizione di un istante nella mente, per poi rinascere ed evocare se di quel momento, si fa pittura.

La mano dell’artista scivola libera sulla tela, sembra s’abbandoni; non esiste stasi quando c’è un fiume perpetuo davanti agli occhi. Quello che legge l’artista non è occasione, ma Eternità. Allora il flusso del fiume, non è calma, ma saggezza.

L’attenzione di Marazzi non è quella di un viaggiatore, non il caso a portarlo lì; il suo viaggio sembra essere ritorno o partenza.

E’ attraverso questo surreale senso di appartenenza, oltre la tecnica che assume valore luminoso tra linea netta e colore eseguito a bande, materia sottile ma concreta, interrotta solo dalla luce, che la ricerca dell’artista si stacca da ogni severo plasticismo per concedersi ricerca pura, religione, misticismo, sintomo nel simbolo: Alchimia, scienza che è rappresentazione simbolica per eccellenza.

Arte e filosofia di un alfabeto fatto d’immagini, la cui combinazione assume significati diversi, secondo le relazioni che queste immagini vengono a stabilire all’interno del loro speciale sistema di segni. Alchimia che è compiutezza linguistica, perfetta costruzione semantica; nascosta nel quotidiano, dove il tempo e la dedizione alla lettura dei segni, sembra essere superata e persa, in verità essa esiste ed è.

Alchemico è il linguaggio, quando esso sceglie di esprimere attraverso le immagini. Indiscutibile alfabeto esclusivo e perfetto dell’Arte.

Quando la ragione lascia spazio al sentimento allora, la conoscenza si apre a una nuova percezione degli elementi; e se a questo sentimento si sovrappone il senso del viaggio, l’arte diventa testimone di “Viaggio Iniziatico”, quello compiuto dall’artista.

Prima di arrivare nello studio, pensavo alla tecnica osservata dalle foto delle opere di Marazzi. La pennellata larga, densa solo a tratti. La linea che se predomina, non è mai sottile, ma decisa, netta. Il taglio prospettico dato ad alcuni scorci che rappresenta, l’influenza dell’architettura nella restituzione delle immagini.

Allo stesso modo era possibile però leggere la perdita di ogni istinto razionale nel colore.

Arrivata lì, in mezzo alle sue opere, l’impressione.

Così ho compreso cosa intendeva dirmi quando gli ho chiesto di esprimermi il concetto della sua pittura. Gerardo Marazzi aveva usato l’espressione metaforica: “lacrime di gioia”.

Davanti alle sue opere, ora, le vedo.

Esposizione " La seduzione del Drago, Cina"

Canale di Suzhou, acrilico su tela, cm102x102, Gerardo Marazzi

Gerardo Marazzi

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