CARAVANSERRAGLIO
“Il Racconto di Viaggio nei Deserti da Fez ad Istambul attraverso
Territori e Nazioni dove il confine non esiste se non sulle carte,
nella storia, sabbie, pietre, sole, vento, fiumi, montagne e mari”
Questa mostra è il racconto di un viaggio attraverso il deserto: dai territori dei Tuareg, attraverso le dune del Sahara algerino e le pietraie libiche, verso le Piramidi del Cairo e oltre, il Sinai e la Giordania, fino a lambire la Cappadocia e a distinguere in lontananza i minareti di Istanbul.
L’obiettivo dell’artista è quello di coinvolgere l’osservatore a tal punto da attrarlo mentalmente all’interno dell’opera: i colori e i simboli assumono una valenza onirica, ci si sente parte attiva all’ interno del paesaggio rappresentato, con la percezione e la sensazione di aver oltrepassato la dimensione spazio-temporale.
Il deserto è certamente il “luogo” giusto dove possono scatenarsi forti emozioni. “Mi è sempre piaciuto il deserto – scrive Antoine de Saint Exupery – Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio”.
Niente di più vero. Solo chi ha viaggiato attraverso il deserto, come chi scrive, può testimoniare l’intima profondità di queste sensazioni, stimolate dagli spazi infiniti che mutano in continuazione, dal vento come colonna sonora, dal silenzio e dal buio assoluto, che lascia spazio a cieli stellati che ti schiacciano. Sensazioni tumultuose, indescrivibili che arrivano dirette all’anima; per poterne parlare, devi vivere tutto questo, e l’Artista con le sue opere ci dona e ci rende partecipi della sua esperienza emotiva.
Il Caravanserraglio è parte integrante di questo scenario e del viaggio onirico e spirituale intrapreso. Per secoli è stata l’oasi agognata dai carovanieri che attraversavano il deserto, per riposare, rifocillarsi, incontrare altre carovane, scambiare merci, fare affari. Un luogo affollato, chiassoso, multietnico, forse pericoloso, un luogo che fa da contrappasso allo sconfinato deserto che ha intorno, così magnificamente desolato e silenzioso.
Recita un antico proverbio africano: “L’oasi è fatta per il corpo. Il deserto per l’anima”
Il Caravanserraglio, dunque, inteso come luogo di scambio fra differenti culture, ma anche, per certi aspetti, come possibile ponte di pace.
Ci piace quindi pensare alla Galleria d’arte come un Caravanserraglio; questo il senso intimo e la cifra ultima da assegnare a questa mostra. Ciascuno di noi intraprende un proprio personale viaggio, la vita, attraversando a volte anche infiniti deserti; allora pensiamo alla Galleria d’arte come un luogo dove rigenerare il proprio spirito, attraverso le opere dell’artista, percependone il messaggio, decifrandolo, suggestionandosi ed emozionandosi. Per poi ripartire, riprendendo ognuno il proprio viaggio.
Fabrizio Ena
Quando un quadro esprime sensazioni che si pongono oltre il tempo, oltre la semplice tela, oltre qualsiasi interpretazione, con una pressione intellettuale fortissima su quella che potremo chiamare “anima”…allora, ogni volta che si osserva, come per una presenza reale e contemporanea, non si è più gli stessi. Migliori? Forse! Solo per questo VALE la pena esistere come esseri senzienti.
Gerardo Marazzi